Campus

Tra le principali caratteristiche del sistema universitario ticinese è la diffusione multipolare sull’intero territorio cantonale: simile in questo agli sviluppi di poco precedenti dei campus lombardi (Como, Varese, Castellanza) e piemontesi (Alessandria, Novara, Vercelli), nati però come gemmazioni di nuovi sedi da parte di centri universitari esistenti (Milano, Pavia, Torino) e non come realtà interamente ex novo. Che la sede principale dell’USI, almeno dal punto di vista giuridico e amministrativo, dovesse essere a Lugano è una conseguenza evidente dello sviluppo sociale ed economico del Cantone, sulla quale ci furono pochi dubbi nonostante l’endemico particolarismo ticinese abbia opposto, qui e là, qualche resistenza. «Chi è senza pregiudizi» affermava il Consigliere di Stato Rossano Bervini nell’editoriale che ebbe il merito di rilanciare la questione universitaria «riconoscerà senza difficoltà in Lugano la città dove questo istituto dovrà sorgere» (La Svizzera italiana deve avere la sua vera università europea, «Libera Stampa», 30 maggio 1990). La Città di Lugano stava in effetti intervenendo proprio in quei mesi sullo stabile dell’Ex Ospedale Civico, per dare sede alle associazioni cittadine e potenziali istituti di insegnamento, compresa una futura università cantonale. L’antagonismo tra il Comune e il Cantone, esasperato dal confronto politico tra la Lega dei Ticinesi di Giuliano Bignasca e i Dipartimenti cantonali diretti da Giuseppe Buffi (educazione) e Dick Marty (finanze), entrambi di fede liberale, contribuì indirettamente alla soluzione del problema, favorita certo anche dalle origini di Mario Botta e dalla disponibilità del Comune di Mendrisio ad ospitare la nuova Accademia di Architettura, senza chiedere di partecipare alla gestione universitaria (diverso invece il caso di Lugano, con la sua Fondazione pensata ad hoc per gestire le facoltà di Scienze economiche e Scienze della comunicazione). L’USI del 1996 aveva dunque una duplice anima, frutto di un compromesso politico: una facoltà propria a Mendrisio e due facoltà affiliate a Lugano, in cui trovavano spazio i servizi centrali dell’ateneo. L’unificazione amministrativa operata nel 2003 avrebbe risolto in parte la bipolarità Comune-Cantone, senza però avere grande influenza sulla consapevolezza delle due comunità accademiche di Lugano e Mendrisio, che di fatto continuarono a concepirsi come separate, o comunque meno legate di quanto avrebbero potuto e dovuto essere.

 

 

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