Mendrisio

Un altro ospedale: la sede principale dell'Accademia di Architettura a Palazzo Turconi
Villa Argentina, sede dei servizi amministrativi dell'Accademia

Nelle proposte di ubicazione per l’Accademia di Architettura (novembre 1993) Mario Botta aveva indicato con convinzione i numerosi punti di forza di Palazzo Turconi, già sede dell’ex Ospedale della Beata Vergine di Mendrisio (OBV): non soltanto per lo spazio che, dopo i lavori di ammodernamento, sarebbe stato garantito a ogni studente (si calcolava una necessità ideale di 10-12 metri quadri a testa, per un minimo complessivo di 7’000 mq, e il nuovo OBV ne avrebbe offerti quasi 8’000), ma anche per la vicinanza con l’Italia e le due nuove università di Como e Varese. Da ultimo, allocare l’Accademia a Mendrisio avrebbe garantito un insperato potenziale di sviluppo urbanistico e culturale per il Borgo. Anche a causa del recente interesse della Città di Lugano per il suo “Centrocivico”, il Consiglio di Stato non ebbe difficoltà ad assecondare i desideri di Mario Botta in favore dell’OBV. La messa a disposizione in diritto di superficie gratuito da parte dell’Ente Ospedaliero Cantonale (proprietario dell’area) e soprattutto la disponibilità del Comune di Mendrisio a coprire le spese di ristrutturazione dello stabile, stimate attorno ai 10 milioni di franchi, furono decisive per la scelta finale della sede, riproponendo in forma solo in parte diversa quanto già avvenuto a Lugano a partire dai primi anni Novanta: il caso ha voluto infatti che entrambe le sedi dell’USI si siano sviluppate a partire da ospedali storici, non più adatti alle nuove esigenze logistiche del sistema sanitario cantonale, ma ancora sufficientemente rappresentativi (e funzionali) per accogliervi una scuola superiore. La convenzione con il Comune di Mendrisio, influenzata dal mutare degli eventi e sottoposta a continui aggiornamenti fino alla primavera del 1997, non cambiò mai veramente nella sostanza e permise all’USI di sviluppare un campus adatto ai bisogni di un’Accademia che, a regime, avrebbe dovuto ospitare più di 600 studenti (come in effetti avvenne già a partire dall’anno accademico 2006-07).

 

 

Fase uno (Villa Argentina e aula polivalente)
Compiuta con urgenza appena in tempo per l’inaugurazione dell’ateneo, la prima fase prevedeva la sistemazione e l’arredamento di Villa Argentina (nella quale avrebbero trovato spazio la Biblioteca dell’Accademia, l’Archivio del Moderno e i servizi amministrativi), una sistemazione parziale di Palazzo Turconi (per gli atelier degli studenti e il laboratorio di modellistica) e la costruzione di un’aula polivalente in legno su progetto di Mario Botta e Aurelio Galfetti, sede principale dei corsi. I costi per questa fase, di circa 4 milioni di franchi, furono coperti dall’USI per circa 3 milioni e, nella misura di 1 milione, da un credito cantonale per lo sviluppo del sistema bibliotecario. Il canone d’affitto per Villa Argentina, di proprietà comunale, fu fissato a 150’000 CHF.

 

Fase due (Palazzo Turconi)
La tappa successiva (12 milioni di franchi, di cui 6.5 a carico del Comune) fu avviata lo stesso anno e prevedeva la riattazione completa di Palazzo Turconi, alla quale contribuirono anche importanti sussidi federali di investimento.

 

Fase tre (Palazzo Canavée)
Prevista nel piano finanziario cantonale sin dal 1995, la fase tre avrebbe ridisegnato l’intero comparto aggiungendo lo stabile Canavée su terreni contigui di Villa Argentina, acquistati dal Comune per 3.5 milioni di franchi. La spesa complessiva di 40 milioni fu coperta anch’essa da sussidi federali pari a 16 milioni (i restanti 24 a spese dell’USI). Con l’inaugurazione del campus completato, il 21 ottobre 2002 all’inizio del settimo anno accademico, poteva dirsi completata una trasformazione che aveva interessato quell’area del Borgo per molti anni, contribuendo a spostarne il baricentro verso sud-ovest (come nelle intenzioni iniziali di Mario Botta).