Riconoscimento

All’inizio degli anni Novanta la Costituzione svizzera riservava la competenza esclusiva in materia universitaria ai Cantoni, fatte salve le Scuole politecniche federali e la possibilità di sussidi federali ai cosiddetti “Cantoni universitari”. Quali essi fossero lo accertava di fatto il Consiglio federale, applicando la Legge del 22 marzo 1991 sull’aiuto alle università (LAU). Da un secolo non erano più state create nuove università in Svizzera e il legislatore non aveva definito procedure per tali eventualità. Un concordato intercantonale prevedeva, allora come oggi, il pagamento di contributi dal Cantone d’origine dello studente a quello titolare dell’università d’immatricolazione. Le otto università cantonali e i due politecnici federali si riconoscevano di fatto reciprocamente attraverso una rete di accordi e definivano strategie comuni tramite organi politici (la Conferenza Universitaria Svizzera, CUS) e accademici (la Conferenza dei Rettori delle Università Svizzere, CRUS). Il sistema oggi in vigore di accreditamento delle università, sia pubbliche che private, attraverso una verifica della qualità, è gestito da Confederazione e Cantoni tramite organi comuni ed è stato introdotto in Svizzera successivamente alla nascita dell’USI. La necessità o meno di un riconoscimento federale preventivo era stata uno dei principali argomenti di dibattito negli anni tra il 1990 e il 1993: il delegato Pier Giorgio Gerosa (e con lui molti altri) lo riteneva necessario, mentre il Consigliere di Stato Giuseppe Buffi – colpito dall’iniziativa del Vescovo Eugenio Corecco che aveva da poco fondato in autonomia la Facoltà di Teologia di Lugano – si era invece convito a procedere indipendentemente dal benestare preventivo della Confederazione sul progetto ticinese.

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  • Accesso ai sussidi federali (1996)

    Nell’inverno 1993-94 il Consiglio di Stato ticinese informò ufficialmente il Dipartimento federale dell’interno del progetto di una Accademia di architettura ideata da Mario Botta, interrogandolo sulla possibilità di beneficiare di sussidi federali. Il Dipartimento incaricò la CUS e il Consiglio Svizzero della Scienza (organo consultivo dell’autorità federale) di un preavviso in merito. Con il procedere degli accordi tra Cantone e Città di Lugano, nel maggio 1994 il CdS presentò una nuova bozza comprendente la facoltà di Scienze economiche, che permetteva di dare al progetto un orizzonte multidisciplinare; da tale caratteristica, secondo la LAU e la relativa Ordinanza del 29 aprile 1992, dipendeva la distinzione tra “università” e “istituzione universitaria”, con alcune conseguenze per il calcolo dei sussidi e indirettamente per la partecipazione alla CUS. Durante l’incontro della delegazione ticinese con il comitato della CUS dell’11 maggio 1994 si presentò pure il progetto di facoltà di Scienze della comunicazione, che in quei mesi era stato tenuto nel cassetto per ragioni di prudenza. Il preavviso della CUS, datato 13 ottobre 1994 (presidente il basilese Hans Rudolph Striebel), fu negativo ma il CdS non demorse e, dopo la votazione in Gran Consiglio del 3 ottobre 1995 sulla legge cantonale che istituiva l’USI, il 29 novembre 1995 chiese formalmente al Consiglio federale di riconoscere al Ticino il beneficio dei sussidi quale Cantone universitario. Fecero seguito un rapporto favorevole del CSS (20 giugno 1996), un nuovo preavviso, questa volta positivo, della CUS (1 luglio 1996) firmato dal nuovo presidente, il friburghese Augustin Macheret, e infine una presa di posizione della deputazione ticinese alle camere federali (19 giugno 1996) indirizzata alla Consigliera Ruth Dreifuss, dimostratasi sensibile alla richiesta del Canton Ticino. Il 6 dicembre 1996 il Consiglio federale decise di mettere il Ticino al beneficio provvisorio dei finanziamenti come Cantone universitario, a decorrere già dal suo primo anno accademico (1996-97), salva verifica della qualità da effettuarsi al termine del primo ciclo completo di studi. Anche in caso di esito negativo della richiesta, come più volte ribadito da Buffi alla stampa, la copertura finanziaria sarebbe stata garantita dal Cantone.

  • Integrazione nella Conferenza Universitaria Svizzera (1996-2000)

    La Conferenza Universitaria Svizzera (CUS), divenuta in seguito Conferenza Svizzera delle Scuole Universitarie (CSSU), allora come oggi esprimeva gli interessi dei Cantoni universitari. Nei primi anni Novanta il Ticino aveva competenza sovrana di dotarsi di un’università, ma la sua appartenenza alla CUS non poteva essere imposta dalla Confederazione, la cui competenza si limitava al conferimento di sussidi. Nel suo primo preavviso negativo (13 ottobre 1994) la CUS aveva affacciato diverse obiezioni, quali la non valorizzazione dell’italianità, le tasse di iscrizione troppo alte (8’000 CHF), la mancata integrazione di istituti esistenti (IRE e IDSIA), e così via. Contava probabilmente sul fatto, suggerito anche da alcuni oppositori ticinesi al progetto, ancora numerosi nel 1993-94, che esso si sarebbe spento da sé, come era accaduto con il CUSI nel 1986. Il nuovo preavviso del luglio 1996 fu indotto dagli eventi: oltre al chiaro voto del Gran Consiglio del 3 ottobre 1995, un incontro con i rettori di università lombarde organizzato da Giuseppe Buffi nella primavera 1996 e le dichiarazioni pubbliche di alcuni Consiglieri federali (Flavio Cotti, Ruth Dreifuss, Adolf Ogi e Kaspar Villiger). Il preavviso si limitava al riconoscimento dei sussidi federali e non si esprimeva sulla partecipazione alla CUS, anche se diventava sempre più evidente l’impossibilità per la CUS di assumere un atteggiamento discriminatorio, tanto più verso la minoranza italofona. Coerentemente con la natura provvisoria della decisione federale, Giuseppe Buffi fu “ospite permanente” senza diritto di voto alle riunioni della CUS per gli anni 1996-2000.

  • Il riconoscimento definitivo (2000)

    La richiesta di riconoscimento definitivo alla Confederazione e alla CUS fu inoltrata il 9 novembre 1999, quasi al termine del primo ciclo di studi, preceduta da un nuovo rapporto del CSS (giugno 1999, richiesto dall’USI sin dall’autunno 1998). Questa seconda procedura di valutazione si tenne nel giugno-luglio 2000 e coinvolse quali esperti esterni i Proff. Dirk W. Bresters (già rettore dell’Università di Amsterdam), Luciano Modica (rettore dell’Università di Pisa e presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e Alberto Amaral (già rettore dell’Università di Porto). Il loro rapporto, in gran parte positivo, portò alla lettera di riconoscimento definitivo del Consiglio federale del 1° novembre 2000 e alla formalizzazione del 19 settembre 2001 a Bellinzona, alla presenza del CdS ticinese e di Nivardo Ischi, segretario generale della CUS. Dal quel momento il Ticino sedette al tavolo con gli altri Cantoni universitari, con pari dignità e pari peso. Tra le obiezioni mosse da CUS e CSS al progetto ticinese vi erano alcuni nodi che sarebbero stati risolti in seguito, come l’integrazione amministrativa operata nel 2003 (con il passaggio all’ente USI delle due facoltà di Lugano), oppure come l’assunzione di docenti stabili non a fine carriera (era stata una soluzione iniziale giustificata dalla presenza di soli studenti dei primi anni). Altri punti ritenuti critici, come le tasse di iscrizione elevate o la polarità Lugano-Mendrisio, sarebbero rimaste invece caratteristiche dell’USI fino ai nostri giorni.