Finaziamento

Uno dei principali ostacoli alla fondazione di un’università nella Svizzera italiana è sempre stato quello finanziario, variamente declinato nel dibattito politico tra Otto e Novecento ma con alcuni punti fermi: l’assenza di una massa critica sufficiente e il timore che il progetto universitario togliesse risorse alla scuola dell’obbligo. Il successo dell’USI nel 1996 si deve, da questo punto di vista, essenzialmente a una ripartizione dei rischi tra Cantone e Comuni (Lugano e Mendrisio, in modo diverso) e alla scelta coraggiosa di fissare tasse di iscrizione molto più alte della media nazionale (8000 CHF annui, ridotti della metà per gli studenti residenti in Svizzera al momento della maturità) capaci di coprire fino a un terzo dei costi. A questo vanno aggiunti sostanziosi contributi di privati, non preventivati inizialmente ma certo auspicati, sia nella forma di sostegni agli investimenti (soprattutto immobiliari, ad esempio con la donazione Daccò), sia come borse di studio e di ricerca (la Fondazione Leonardo, tra gli altri).

 

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    > primi progetti (1992-95). In ossequio all’Accordo intercantonale sulla partecipazione al finanziamento delle università (AIU, del 1990 la versione in vigore all’epoca per il periodo 1993-98), per ognuno dei quasi 4000 studenti ticinesi iscritti nelle università svizzere il Cantone Ticino versava nei primi anni Novanta circa 9000 franchi annui al Cantone ospitante. Le proiezioni prevedevano una spesa di circa 30 milioni per il 1993, in rapida crescita fino a 40 per gli anni successivi. Calcolando anche il contributo delle borse di studio e le spese sostenute dalle famiglie per mantenere i figli negli altri Cantoni, si stimavano cifre superiori ai 100-120 milioni annui entro l’anno 2000. A questi andavano aggiunti i 15 milioni per i circa 1000 studenti ticinesi iscritti in atenei stranieri. Assieme alle possibili ricadute finanziarie sull’economia cantonale, stimate in più del doppio dell’investimento, il risparmio sull’AIU (preventivato fino a un quarto delle spese correnti, quindi almeno 25 milioni all’anno), fu uno dei punti di forza del business plan dell’USI, che contribuì a convincere la politica sulla bontà del nuovo progetto universitario.

    Una stima delle spese correnti sostenute dallo Stato per la gestione di un ateneo era stata fatta guardando a Cantoni universitari con reddito pro capite e situazione finanziaria simili a quelli ticinesi. L’Università di Friburgo aveva all’epoca un budget annuale di 130 milioni, di cui solo 39 a carico del Cantone: dei 91 restanti, 38 erano coperti dalla Confederazione, 32 dall’AIU e 20 da fondi per la ricerca (FNS e privati). Non molto dissimili, ma con un’università più piccola, erano le condizioni del Canton Neuchâtel, che era favorevole tra l’altro alla creazione di un’università ticinese e quindi all’allargamento del numero dei Cantoni universitari che potevano attingere ai fondi previsti dalla Legge federale sull’aiuto alle università (LAU, 22 marzo 1991). Nel 1994 la Confederazione stanziava infatti circa 2 miliardi di franchi all’anno per il settore dell’educazione superiore (per otto atenei cantonali e due politecnici federali), a fronte dei quali le nuove richieste ticinesi avrebbero inciso in minima parte (circa 5 milioni). A questi avrebbero potuto aggiungersi sussidi federali agli investimenti in ragione del 35-60% dei costi, a seconda dei casi.

    L’impegno della Città di Lugano a finanziare e gestire le Facoltà di Scienze economiche e Scienze della comunicazione tramite una fondazione dotata di 9 milioni di franchi (più 1 versato del Cantone), e quello del Comune di Mendrisio a coprire una parte consistente degli investimenti immobiliari nel campus dell’Accademia (10 milioni), contribuirono a definire un budget prudente per i primi anni, riassunto nel Messaggio 4308 del Consiglio di Stato concernente il progetto di Università della Svizzera italiana (11 ottobre 1994) in una richiesta di credito al Gran Consiglio di 21.5 milioni di franchi: 10 quale capitale di dotazione dell’USI, 1 milione per il contributo una tantum alla Fondazione per le Facoltà di Lugano (FFL) e i restanti 10.5 per le spese dei primi due anni accademici. Durante l’esame commissionale, il Rapporto 4308R del 30 agosto 1995 suggerì al Gran Consiglio di aumentare il credito a 24 milioni: 11 per il capitale di dotazione, 1 per la FFL e 12 per i primi due anni accademici.

    I preventivi erano stati allestiti partendo dal presupposto che per i primi 2-3 anni non sarebbe stato possibile accedere ai contributi AIU o LAU e quindi il Ticino (Cantone e Comuni) avrebbe potuto contare inizialmente soltanto sulle proprie forze e sulle entrate delle tasse di iscrizione. Il modello funzionò perché i finanziamenti federali giunsero anche prima del previsto (per gli investimenti già dal novembre del 1996), perché gli studenti non mancarono, e non da ultimo perché l’USI era stata concepita come un ente autonomo non statalizzato, cui era richiesta una gestione virtuosa delle proprie risorse, fatte salve le poche regole fissate dal Gran Consiglio in occasione dei rinnovi dei crediti pluriennali. Non mancarono inoltre sostegni indiretti di diversa natura, come alcune celebrità che operarono senza retribuzione o per retribuzioni simboliche nel periodo iniziale, gratificate dalla rara esperienza di creare un’università nuova, o l’Ente Ospedaliero Cantonale che concesse gratuitamente il diritto di superficie sull’ex ospedale a Mendrisio.

    > avvio dell’USI (1996-2002). È possibile identificare un prima fase di sviluppo dell’USI, relativa agli anni 1996-2002, durante i quali dal punto di vista didattico si completarono non solo i primi diplomi quadriennali delle facoltà di Scienze economiche e Scienze della comunicazione, ma anche il primo ciclo di sei anni degli studenti dell’Accademia di Architettura. A partire dall’anno accademico 2002-03 l’ateneo ha funzionato insomma a regime, secondo i piani del 1994-95. Con l’inizio dell’anno contabile 2003 è avvenuto inoltre il passaggio delle due facoltà luganesi alla gestione amministrativa dell’ente USI (la FFL cambiò in parte destinazione, per dedicarsi per lo più alla gestione immobiliare del campus di Lugano). In quel medesimo torno d’anni fu operato, infine, il precoce passaggio dell’ateneo all’ordinamento di Bologna (3+2), cosa che contribuì a chiudere anche contabilmente la fase di avvio dell’USI.

    Come illustra la tabella seguente, relativa ai costi di esercizio (in milioni di franchi) per il periodo in oggetto, si passò dai 4 milioni di franchi del primo (mezzo) anno agli oltre 40 del 2002, di pari passo con l’aumento regolare di studenti e docenti e con la relativa crescita dei servizi amministrativi. Rispetto alle stime preventivate nel 1994, confermate per l’Accademia, crebbero oltre le aspettative le due facoltà luganesi, le meno onerose in termini di spese di personale per il vantaggioso rapporto tra numero di docenti e numnero di studenti (l’architettura, come tutte le scienze tecniche, richiedeva invece un maggior impegno infrastrutturale e di personale ausiliario).

     

    Budget USI per i primi anni (1996-2002)
      1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
    servizi centrali 0.4 1.2 1.6 2.9 4.7 6.2 7.5
    Accademia 1.8 4.8 6.4 10.1 10.5 13.0 14.6
    Facoltà di Lugano 2.0 6.0 8.9 10.4 14.6 17.2 20.0
    TOTALE 4.2 12.0 16.9 23.4 29.8 36.4 42.1

     

    I contributi pubblici, che permisero all’USI di coprire non solo i costi correnti, bensì anche di autofinanziare una parte degli investimenti, provenivano da più fonti: federali, cantonali e comunali, in varie forme. Sul piano federale vanno conteggiati sia i crediti diretti della Confederazione, garantiti dalla Legge sull’aiuto alle università (LAU), sia quelli provenienti dagli altri Cantoni in base all’Accordo intercantonale sulla partecipazione al finanziamento delle università (AIU). L’ammontare dei contributi federali dipendeva da complesse chiavi di riparto sostanzialmente legate al numero di studenti iscritti: nel 2002 si aggirava attorno ai 20 milioni di franchi, sommando LAU e AIU. La fase di avvio dell’USI costò a Confederazione e altri Cantoni circa 65 milioni di franchi. Il Cantone Ticino contribuì invece con crediti quadro pluriennali – oltre al primo per il periodo 1996-98 – rinnovati in modo crescente nel 1998 (10 milioni
    per il biennio 1998-99) e nel 1999 (16,5 milioni per il biennio 2000-01), che sommati alle quote AIU comunque versate dal Cantone per i suoi studenti che decidevano di restare in Ticino portarono a un totale complessivo nel 2002 di indicativamente 45 milioni di contributi cantonali. Meno incisivo, per la gestione corrente, fu il contributo del Comune di Lugano. Tale contributo, sia attraverso la Fondazione per le Facoltà di Lugano sia direttamente come Municipio (dal 2000 sotto forma di contributo annuo di 430’000 franchi, portato a 630’000 nel 2011), contribuì alla fase iniziale nella misura del 6% (su un totale di poco meno di 120 milioni di finanziamenti pubblici).

     

    Contributi pubblici (1996-2002)
      1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
    Cantone TI 2.5 3.4 6.5 7.0 8.0 8.5 9.3
    Confederazione (LAU) 0.0 0.0 2.9 4.4 4.7 5.8 7.9
    altri Cantoni (AIU) + TI 0.0 2.1 3.2 6.2 8.3 9.8 11.1
    Lugano (FFL) 0.6 1.9 2.1 0.2 0.1 0.4 0.1
    Lugano (Comune) 0.0 0.0 0.0 0.0 0.43 0.43 0.43
    TOTALE 3.1 7.4 14.7 17.8 21.5 24.9 28.8

     

    L’USI aveva naturalmente anche altre entrate: in primis le tasse annuali versate da studenti e uditori, che passarono dai 700’000 franchi del primo anno accademico ai quasi 7 milioni del 2002. Alla possibilità di pagamento per gli studenti meno abbienti contribuirono le numerose borse di studio, pubbliche e private, destinate sia alla copertura delle tasse di iscrizione sia al mantenimento. Fondazioni furono create da privati per questo scopo; queste permisero di dare fin dall’inizio un carattere di internazionalità all’USI, supportando in modo mirato studenti in grado di imparare rapidamente l’italiano (America latina, Romania). Poco incisive nei primi anni, poi sempre più pesanti dal punto di vista del budget, le entrate garantite da mandati di prestazione o finanziamenti alla ricerca, sia in forma di progetti che vincevano concorsi, sia in forma di cattedre sponsorizzate: dai 200’000 franchi nel primo anno si giunse nel 2002, a superare i 6 milioni di franchi.

     

    Altre entrate (1996-2002)
      1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
    tasse di iscrizione 0.7 1.9 2.9 4.2 5.3 5.9 6.7
    prestazioni e ricerca 0.2 2.7 2.0 3.5 3.2 5.2 6.2
    TOTALE 0.9 4.6 4.9 7.7 8.5 11.1 12.9

     

    > gestione corrente (post 2002). Lo sviluppo dell’USI dopo la fase iniziale è stato caratterizzato da una costante crescita, in termini assai maggiori di quelli preventivati in origine. Per tale ragione anche i contributi pubblici alla gestione corrente si sono adeguati di conseguenza, in modo automatico per LAU e AIU e per mezzo di decisioni politiche invece nel caso dei crediti quadro cantonali.

     

    Budget USI (2003-2010)
      2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
    Servizi centrali 9.0 8.1 8.1 7.6 7.5 8.2 9.2 9.8
    Accademia 14.2 15.4 15.6 16.3 16.3 15.8 15.9 17.2
    Facoltà di Lugano 20.3 24.0 28.4 33.3 38.9 40.9 44.7 47.5
    TOTALE 44.1 48.8 52.9 57.6 63.1 65.8 72.2 76.7
    (aumento %) 5% 11% 8% 9% 10% 4% 10% 6%

     

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