Dibattito

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La fondazione di un’università nella Svizzera italiana fu un argomento a lungo dibattuto, almeno sin dalla creazione del Cantone Ticino (1803), e profondamente intrecciato a questioni politiche e identitarie, tipiche di una minoranza linguistica e culturale in una nazione federale. Tolte le prime istituzioni accademiche di epoca medievale e moderna (Basilea nel 1460, Losanna nel 1537 e Ginevra nel 1559, comunque rifondate nel XIX secolo), a partire dal 1803 la creazione e la gestione di università pubbliche in Svizzera è una prerogativa cantonale (Zurigo nel 1833, Berna nel 1834, Neuchâtel tra il 1838 e il 1909, Friburgo nel 1889, San Gallo nel 1898), con la sola eccezione dei due politecnici federali di Zurigo (1855) e Losanna (1969). A questo quadro normativo e consuetudinario fanno implicitamente riferimento i tentativi ticinesi tra Otto e Novecento, variamente abbozzati dai Dipartimenti dell’educazione e più o meno sostenuti dall’opinione pubblica, nell’ottica di rivendicazioni politiche ed economiche nei confronti della Confederazione in cui rientrava anche la cosiddetta “questione universitaria”. Il sogno a lungo disatteso, che conobbe però anche molti detrattori interni al Cantone (in primis lo scrittore Francesco Chiesa, cui si opposero idealisti quali Arnoldo Bettelini o Brenno Bertoni) e negli anni 1920-30 si confuse con il dibattito sull’irredentismo ticinese e i difficili rapporti con l’Italia fascista, contribuì a declinare la questione soprattutto in termini di “problema” da risolvere. Confrontati a numeri insufficienti e a condizioni economiche non favorevoli, i progetti succedutisi tra Otto e Novecento furono tutti abbandonati, fino all’insperata e sorprendente creazione dell’USI nel 1996. Considerata su una prospettiva di lungo periodo, la soluzione del problema universitario della Svizzera italiana ricorda in certa misura il destino di altri atenei di minoranza italofona dell’arco alpino, come quelli di Trieste (1924) e di Trento (1962), oggetto di un duro confronto culturale con l’impero austriaco all’inizio del secolo, in un contesto politico e culturale però assai diverso da quello elvetico.

 

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  • Epoca moderna

    Fino allo sviluppo europeo della cultura illuminista, l’istruzione superiore fu anche in Svizzera gestita in massima parte da istituzioni religiose. Nella Svizzera italiana dei secoli XVI-XVIII i collegi erano retti a Lugano dai Somaschi (dal 1608), a Bellinzona dai Benedettini (1675), a Locarno dai Francescani (1695) e a Mendrisio dai Serviti (1777), senza dimenticare i due seminari fondati nel 1584 e nel 1622 ad Ascona e Pollegio. Esclusa la breve parentesi di una scuola aperta a Bellinzona dal 1646 al 1675, giocò invece un ruolo minore l’ordine dei Gesuiti, attivo in altri Cantoni cattolici − a Lucerna dal 1571 e a Friburgo dal 1580 – e che pure sembrava avere, sul finire del XVI secolo, il favore delle popolazioni locali. Proprio nella proposta di istituire a Lugano una scuola gesuitica, databile al 1588 e ripresa in un documento del 1698, si cita per la prima volta il termine «università» come possibile sviluppo di un collegio fondato nella Svizzera italiana: «Col tempo ne verrebbe qui come un’università, a cagione del gran concorso di studenti d’ogni parte, specie in considerazione della limitrofità collo stato Milanese e con Venezia. Il luogo per un’università non potrebbe essere più bello». L’idea di favorire la fondazione di scuole gesuitiche a Lugano e Locarno, utilizzando le rendite di prepositure dell’ordine degli Umiliati chiuso per ordine di papa Pio V nel 1571, accompagnò per qualche tempo i Cantoni cattolici nelle loro politiche sui baliaggi ticinesi. Il veto incrociato dei protestanti e la donazione di Bartolomeo Papio in favore del seminario di Ascona impedirono di fatto l’apertura di un collegio gesuitico a Locarno, mentre le richieste eccessive dell’ordine, che immaginava una scuola con almeno 24 padri, fecero cadere anche il progetto luganese: nel 1608 un collegio fu infine fondato in Sant’Antonio, con soli 10 insegnanti, dai padri Somaschi, che lo tennero per oltre due secoli fino all’istituzione del Liceo cantonale. Colpisce, nella visione di una possibile università gesuitica a Lugano, la presenza di alcuni aspetti che sarebbero ritornati molto più tardi nel dibattito che portò alla fondazione dell’USI: la vicinanza con l’Italia, la bellezza del contesto geografico e la prospettiva di una rete di contatti internazionali favorita dalla mobilità degli studenti.

  • Tra Svizzera e Italia

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  • Il CUSI

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  • Le indagini del Delegato

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